Primo esperimento di housing sociale a Cuneo: Crocevia46 sarà uno spazio di convivenza e relazione

La palazzina di corso Dante 46, di proprietà della Diocesi, potrà ospitare sei famiglie; all’ultimo piano ci sono 7 stanze, mentre al piano terra verranno allestiti uffici. Il progetto è targato Caritas.

Manca poco al termine dei lavori di ristrutturazione dell’edificio che diventerà il primo esperimento di housing sociale della Granda. Targato Caritas. Crocevia46 è il nome scelto per la palazzina di corso Dante 46 che, nei prossimi mesi, in collaborazione con le Cooperative Sociali Emmanuele e Momo, ospiterà famglie e persone che hanno bisogno di un aiuto momentaneo.

Crocevia46 sarà una sperimentazione: quattro piani, un sottotetto e un cortile, dove sono stati realizzati sei alloggi – tre per piano – e dove verranno ospitate delle famiglie di 4 o 5 persone, per chi si trova in situazioni di temporanea vulnerabilità socio-economica e abitativa.

Al piano terra sono in corso di allestimento degli spazi che potranno essere dati in affitto a studi medici o ad altre attività, come soggetti del terzo settore o associazioni, per usi professionali o commerciali. Al terzo piano le sette stanze disponibili saranno destinate a studenti o lavoratori che necessitano di una sistemazione temporanea in città.

La palazzina, molto bella e in un punto della città di particolare pregio, appartiene alla Diocesi dal 1955, frutto di una donazione. E’ dei primi del ‘900 e, fino a sette anni fa, ospitava una casa di riposo.

Come spiega il direttore della Caritas di Cuneo, Claudio Mezzavilla“è con soddisfazione che guardiamo a questo progetto, ormai giunto quasi al termine. Quella dell’housing sociale è stata un’avventura, frutto di un importante lavoro di squadra, che vuole andare oltre la logica assistenziale. Le persone che verranno accolte, una 40ina circa in totale, sono quelle in difficoltà ma che mantengono ancora delle risorse e competenze trasversali”.

Gli alloggi sono tutti ben curati e ben rifiniti, ognuno ha il nome di un fiore. “E stato tutto fatto secondo criteri di bellezza, curato come se fosse nostro. Il fine è quello di abitare in modo diverso. Il cortile sarà un luogo aperto al territorio, per questo abbiamo voluto chiamarlo “crocevia”, perché sia luogo di relazione”.

E poi i ringraziamenti: “Alla Fondazione CRC, che ha dato 150 mila euro, alla Diocesi con Caritas, che ha contribuito per 350 mila euro, alla Fondazione San Paolo di Torino, che ha dato 165 mila euro e infine alla CEI, che ha donato altri 200 mila euro”, ci dice Mezzavilla.

Il progetto è stato presentato in un incontro pubblico, oggi, presso il Centro Incontri della Fondazione CRC.